Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle.
Antoine de Saint-Exupéry
Il disturbo post traumatico da stress (PTSD) si sviluppa in seguito all’esposizione ad un evento stressante o traumatico che la persona ha vissuto direttamente o a cui ha assistito, in cui si è sentita in grave pericolo, ha provato dolore o malessere, orrore o senso di impotenza. A tutti noi può capitare di vivere esperienze soverchianti, spaventose e percepite come al di fuori del nostro controllo, come essere coinvolti in un incidente stradale o subire un’aggressione.
La maggior parte delle persone riesce a superare lo shock iniziale senza necessità di supporto aggiuntivo; se, però la sofferenza della vittima si prolunga per oltre un mese dall’esposizione al trauma e interferisce significativamente con la vita lavorativa, sociale o scolastica dell’individuo, va posta la diagnosi di PTSD.
Tali eventi traumatici producono in tutti gli individui che li subiscono forti reazioni emotive in concomitanza e immediatamente dopo l’evento. Nella maggioranza dei casi le persone si riprendono e tornano gradualmente alla normalità. In alcuni casi invece la persona comincia, anche a mesi o anni di distanza, a mostrare i sintomi del disturbo post-traumatico:
- ricordi o immagini angosciose dell’evento, incubi, flashback
- ansia, rabbia, senso di colpa, sudorazione, tensione al riaffiorare del ricordo
- evitamento di tutto ciò che ricorda l’evento, demoralizzazione, vuoti di memoria, difficoltà nell’immaginare il futuro
- disturbi del sonno,problemi di concentrazione, continuo stato di allarme
In questo caso le informazioni legate al trauma rimangono racchiuse in una rete neurale con le stesse emozioni, convinzioni, sensazioni fisiche che esistevano e sono state percepite dalla persona nel momento in cui ha vissuto l’esperienza traumatica. L’esperienza in questo caso non viene immagazzinata nella memoria in modo integrato e funzionale ed il materiale ad essa connesso viene sollecitato e riattivato dai vari stimoli dell’esperienza presente, questo può provocare flashback, iper-arousal e in genere tutti i sintomi del disturbo.
l PTSD ha
una evoluzione cronica anche se il suo decorso può essere molto
variabile.
Se non adeguatamente e prontamente curato può
aggravarsi e associarsi ad altri quadri psicopatologici come la
depressione o la dipendenza da sostanze e farmaci, con elevato
rischio di suicidio, anche a molti anni di distanza.
La salute fisica, inoltre, può risultare compromessa per la comparsa di una continua sensazione di stanchezza (“astenia”), disturbi gastro intestinali e cardiovascolari e per un complessivo indebolimento del sistema immunitario. La presenza di un disturbo post traumatico può inoltre aggravare un eventuale disturbo psichico preesistente, come depressione e ansia (disturbo di panico, disturbo ossessivo compulsivo), accentuandone i sintomi e aumentando di conseguenza la sofferenza personale.
Il trattamento del disturbo post traumatico da stress richiede necessariamente un intervento , che faciliti l’elaborazione del trauma fino alla scomparsa dei sintomi d’ansia. Durante il trattamento vengono affrontati nell’immediato i sintomi ansiosi tramite tecniche di rilassamento, successivamente appare fondamentale affrontare l’evitamento delle situazioni temute e successivamente eventuali pensieri di colpevolizzazione, rifiuto o umiliazione.
Le due terapia maggiormente supportate dalla ricerca scientifica e raccomandate dalle linee guida dei maggiori organismi internazionali sono la terapia cognitiva comportamentale focalizzata sul trauma(Trauma-Focused Cognitive Behavior Therapy) e la EMDR (Eye Movement Desentization and Reprocessing).
La terapia cognitiva e comportamentale focalizzata sul trauma è un protocollo sviluppato apposta per il trattamento del disturbo post traumatico da stress che consiste nella combinazione di metodi che permettono di gestire lo stress, l’ansia e altri sintomi del disturbo attraverso tecniche comportamentali e un lavoro di ristrutturazione cognitiva. Il pilastro centrale dell’intervento è rappresentato dal confronto con le situazioni temute, che avviene attraverso tecniche espositive durante le quali la persona viene gradualmente introdotta nelle situazioni oggetto di stress. Il tutto può avvenire attraverso sedute immaginative oppure in vivo, cioè calando la persona in situazioni reali, ovviamente solo qualora queste siano possibili e non comportino rischi per la persona e il terapeuta.
L’EMDR e’ un approccio psicoterapeutico che si focalizza sugli eventi dolorosi e/o traumatici della vita di una persona che hanno lasciato una traccia così importante nel cervello, nel corpo e nel cuore da non permettere all’individuo di stare bene nel presente.
L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotive.
Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono d’intensità. L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche. Questo permette di adottare comportamenti più adattivi.
Attraverso
il trattamento con l’EMDR è dunque possibile alleviare la
sofferenza emotiva, permettere la riformulazione delle credenze
negative e ridurre l’arousal fisiologico del paziente.
Questo
approccio risulta efficace anche con i pazienti che hanno difficoltà
nel verbalizzare l’evento traumatico che hanno vissuto. L’EMDR,
infatti, utilizza tecniche che possono fornire al paziente un maggior
controllo verso le esperienze di esposizione (poiché non si basa su
interventi verbali), e che possono aiutarlo nella regolazione e nella
gestione delle emozioni intense che potrebbero scaturire durante la
fase di elaborazione.
L’EMDR e’ una terapia adatta per adulti, adolescenti e bambini. Nell’età evolutiva si utilizzano le modalità di lavoro adatte all’età e al livello di sviluppo del bambino. I bambini sono particolarmente resilienti e l’EMDR lavora in modo molto profondo e veloce poiché le potenzialità dei bambini di auto guarigione sono molto più intatte di quelle di adulti con storie di vita molto lunghe e complesse.
Non è facile prevedere la durata di un trattamento con EMDR, questa dipenderà dal tipo di problema, dalle circostanze di vita, dal numero di eventi traumatici subiti e dalla loro entità; potrà essere molto breve, 4 o 5 sedute, oppure durare molto di più, in particolare per problematiche complesse, cui non è facile accedere.